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I biodigestori anaerobici o "ecovalorizzatori". Dal momento che la tecnologia anaerobica si basa sostanzialmente sul fenomeno della putrefazione delle sostanze organiche con produzione di biogas (tra cui ammoniaca tossica e dall'odore pungente e acido solfidrico puzzolente di uova marce, mercaptani ) sarebbe meglio chiamarli PUTREFATTORI. Ogni opera, se PROPRIO necessaria, va realizzata sul già costruito e abbandonato, ex capannoni industriali ecc... Il suolo vivo e fertile ha come dimensione anche la profondità! Occorrono 2000 anni perchè si formino 10 cm di suolo. Se consideriamo "cosa c'è sotto" la superficie di un ettaro di suolo fertile indisturbato vedremmo mediamente : 1000 kg di lombrichi (che lo arano e fertilizzano), 2700 kg di funghi (ife), 1700 kg di batteri (un grammo di suolo ne contiene circa un miliardo di cui conosciamo dal 3 al 5% delle specie), 1000 kg di insetti, più alghe, licheni, rettili (lucertole), orbettini), talpe, arvicole. (fonte Paolo Pileri, l'intelligenza del suolo, altreconomia 2022). NUOVO PARADIGMA ECOLOGICO: IL SUOLO SI MISURA A SCALA TRIDIMENSIONALE. La profondità conta. In rapporto col soprassuolo E' UN ECOSISTEMA FRAGILE, NON RINNOVABILE. In Italia consumiamo irreversibilmente 2 metriquadri di suolo ogni secondo! (Fonte ISPRA, rapporto 2022). Basta consumo di suolo. Se cessano le importanzioni di grano e di altri alimenti che oggi acquistiamo da mezzo mondo, mangeremo putrefattori chiamati ecologici? L'alternativa c'è: il compostaggio aerobico noto e sperimentato in 7 millenni di agricoltura che ci hanno portato al benessere attuale.
Il mio amico Prof. Giovanni Damiani ha pubblicato il 15 novembre 2022 questo post che riporto integralmente. Buona lettura!
FALLIMENTI (e vigliaccheria?) DI STATO (2). Scusate la lunghezza, ma è necessaria. L'ESITO DEL NUCLEARE IN ITALIA.
La Commissione europea nel novembre 2020 ha notificato all’Italia (insieme ad Austria e Croazia) l’attivazione di una procedura di infrazione per non aver ancora adottato un programma nazionale per la gestione dei propri rifiuti radioattivi, conformemente alle norme dell’Ue, e in particolare alla direttiva 2011/70 Euratom sul combustibile esaurito degli impianti nucleari e sugli altri rifiuti radioattivi. Gli Stati membri erano tenuti a recepire la direttiva entro il 23 agosto 2013 e a notificare i loro programmi nazionali alla Commissione entro il 23 agosto 2015.
Si parla inutilmente della necessità di sistemare questa tipologia di rifiuti dal 1968. Il tentativo di imporre manu militari e con un commissario che poteva agire extra ordinem la realizzazione del deposito Unico Nazionale per i rifiuti radioattivi a Scanzano Ionico (MT) nel 2003, senza nessun riguardo e adeguata informazione per la popolazione, fu giustamente respinta a furor di popolo con manifestazioni tra le più straordinarie verificatesi in Italia, concluse con la marcia delle 100mila persone. Il ritardo stupefacente che sta accumulando il governo italiano ci sta portando dritto dritto a pesantissime possibili sanzioni dell’Unione Europea col rischio, in aggiunta, di sacrificare la partecipazione effettiva del pubblico, che dev’essere adeguata, profonda, sostanziale e non burocratica, come passaggio ineludibile per un argomento di così tanta importanza e per evitare quanto è successo a Scanzano Ionico.
A fine 2020 è stata resa nota da parte di SOGIN (società finanziata dal Ministero del tesoro, che ha il compito di smantellare le centrali nucleari italiane fino al “green field” e di realizzare il deposito unico nazionale per i rifiuti radioattivi) la carta nazionale delle aree POTENZIALMENTE idonee (chiamato con l’acronimo CNAPI). Con l’assenso dei Ministri per lo Sviluppo Economico e il Ministro dell’Ambiente, del Territorio e del Mare, si avviava la procedura per la realizzazione del Deposito Nazionale per i Rifiuti Radioattivi con annesso Parco tecnologico.
Dal 5 gennaio 2021 è stata avviata la fase di consultazione, della durata di 60 GIORNI (con un documento per la consultazione), alla quale era possibile iscriversi online;
Entro 120 GIORNI dalla pubblicazione, era previsto un seminario nazionale con vari soggetti tra cui l’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione, Enti Locali, associazioni di categoria, sindacati, università, enti di ricerca, portatori di interesse qualificati.
Dopo il Seminario Nazionale, Sogin nei NEI SUCCESSIVI 30 GIORNI , doveva raccogliere le ulteriori osservazioni per trasmetterle al Ministero dello Sviluppo Economico per la redazione della proposta di Carta Nazionale delle Aree Idonee.
La carta delle aree idonee doveva essere nuovamente sottoposta ai pareri del Ministro dello Sviluppo Economico, dell’ente di controllo ISIN, del Ministro dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare e del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.
In base a questi pareri, il Ministero dello Sviluppo Economico avrebbe dovuto convalidare la versione definitiva integrando le proposte elaborate con i contributi emersi e concordati nelle diverse fasi della consultazione pubblica. E non basta! Il deposito dev'essere sottoposto a due valutazioni: una per gli aspetti di radio-protezione e l'altra per il parere V.I.A. (Valutazione dell'Impatto Ambientale).
LA PROCEDURA E’ STATA FERMATA a "caro amico". A Febbraio 2021 si è insediato il governo “dei migliori” a guida Draghi, succeduto al Conte 2; il ministero dell’Ambiente è stato cancellato per quello della “transizione ecologica” (coi risultati assolutamente deludenti di Cingolani che ha sostituito Costa) e la faccenda – evidentemente scomoda- non è stata portata avanti.
L’Italia ha il dovere di realizzare il deposito unico per i rifiuti radioattivi: ne ha le capacità scientifiche e professionali (che nel tempo diminuiscono per i pensionamenti!) e ne ha bisogno. Questione anche di etica.
Inoltre: Che credibilità hanno personaggi politici che invocano oggi programmi per produzioni energetiche nucleari mentre tacciono e mostrano incapacità sulla sistemazione delle scorie italiane, peraltro di entità notevolmente più bassa rispetto a quelle degli altri Stati??
Evidentemente non si vergognano. ATTENZIONE: quando parliamo di materiali radioattivi non dobbiamo pensare solo alle centrali elettronucleari di potenza e agli impianti di riprocessamento dei combustibili irraggiati di quelle centrali, ma ci riferiamo a UN MONDO ASSAI PIU’ VASTO che ha prodotto in passato e CONTINUERA' A PRODURRE IN FUTURO anche se in maniera molto ridotta per la chiusura delle centrali nucleari, rifiuti radioattivi che è necessario E DOVEROSO GESTIRE.
SOGIN ha pure un tesoretto accantonato per farlo: deriva dalle accise delle nostre bollette elettriche. Manca la politica.
I rifiuti COMPLESSIVAMENTE provengono:
➔ Dalle quattro centrali elettronucleari chiuse a seguito del referendum del 1987 e consistono in elementi di combustibile irraggiato, rifiuti gestionali, parti radiologicamente contaminate esito del decommissioning (vale a dire dello smantellamento) in corso.
➔ Dagli impianti di ricerca e/o di riprocessamento (Eurex in Saluggia – Vercelli; ITREC in Rotondella – Matera , OPEC e IPU in Roma alla Casaccia; ma esistono altre casistiche come Fabbricazioni Nucleari (FN) di Bosco Marengo (Alessandria) e laboratori in ambito universitario.
➔ Dai reparti di medicina nucleare e di radiologia medica (cosiddetti “medicali”).
➔ Dall’industria (gamma-grafie per la verifica delle possibili imperfezioni interne delle saldature meccaniche, dalla produzione di lastre in macchine a controllo numerico ottimizzato…).
➔ Da materiali dismessi del secolo scorso (sorgenti di gamma-grafia di officine meccaniche dismesse, parafulmini radioattivi, aghetti di Radio o sorgenti usati in medicina, sorgenti di Cobalto60 usate in passato per l’irraggiamento di sementi e tuberi.
Buona giornata a tutti, aspettando la maxi-sanzione che pagheremo per l’infrazione europea a causa della pusillanimità di chi avrebbe dovuto, deve e dovrebbe fare.
PIANETA A RISCHIO…E LA POLITICA CONTINUA AD IGNORARLO, NEL SOLCO DELLA CRIMINALE MEDIOCRITA’.
I dati sulla temperatura della Terra , resi noti dal “2022 Global Climate Hightlights”, indicano che l’anno appena trascorso è stato il più caldo degli ultimi 2 milioni di anni, quando noi umani neppure esistevamo. Gli anni immediatamente precedenti sono stati comunque da record ma adesso vediamo, in più, una straordinaria accelerazione della crisi climatica. Ad esempio il metano in atmosfera (potentissino gas -serra) è arrivato a concentrazioni di 1,8 parti per milione (ppm ) e crescerà tantissimo con lo scioglimento del manto di permafrost. La concentrazione dell’anidride carbonica in atmosfera è arrivata a 417 ppm (era di 278 poco più di un secolo fa). La crisi climatica si manifesta con estremi eventi di caldo e di gelo, con piogge devastanti, incendi, crisi idriche (fiumi in asciutta, rubinetti a secco, crisi nell’agricoltura, minor energia idroelettrica…) aumento del livello dei mari, sconvolgimenti negli ecosistemi. A Parigi nel 2015 in sede ONU (ventunesima conferenza delle parti sul clima) fu raggiunto un accordo tra tutte le nazioni per dimezzare le emissioni climalteranti entro il 2030 ed arrivare alla “neutralità” emissiva entro il 2050, per evitare di superare i 2 gradi di riscaldamento medio globale oltre il quale il sistema climatico va fuori controllo e non si sa dove andremo a finire, persino come umanità. A sette anni dalla scardenza del primo obiettivo viaggiamo invece per arrivare a quelle date con oltre 3 gradi di aumento. Il governo Meloni rilancia le trivellazioni, la politica del gas e perfino il carbone …dando così il proprio contributo ignorante e peracottaro all’aggravarsi della crisi le cui conseguenze già cadono su di noi ma che saranno ancora più terribili per le giovani generazioni (che non hanno responsabilità in merito) e per i Paesi poveri da cui dovranno emigrare tutti come profughi ambientali. E a sinistra (sedicente) il PD dichiara che tra le priorità del partito ristrutturato ci sarà l’ambiente. Ma Bonaccini candidato segretario chiarisce di essere sì per l’ambiente , ma per gli inceneritori (anziché per la raccolta differenziata ed economia circolare...ndr), per i gassificatori (come la Meloni), per i biodigestori dei rifiuti. Zingaretti rincara la dose: il No dei 5 stelle all’inceneritore di Roma sarebbe, secondo lui, una scusa (!) per rompere l’accordo elettorale. Il poveretto pensa che scegliere tra raccolta differenziata e incenerimento, sia una cavolata, una cosa piccola e secondaria, che l'una cosa vale l'altra. Lo stesso Zinga si dice d’accordo col sindaco di Roma che vuole bruciare i rifiuti, inquinando e dando il contributo alla crisi climatica anziché fare la raccolta differenziata come prescrivono tra l’altro tutte le disposizioni europee e la stessa legge nazionale. Conclusioni: non c’è speranza con questa gente. Per quanto mi riguarda, solidarietà senza se e senza ma a Simone Ficicchia, giovane del “Collettivo Ultima Generazione”, sotto processo per aver imbrattato (con vernice lavabile), il portone d’ingresso della Scala di Milano. Quell’azione nonviolenta è stata messa in campo per attirare l’attenzione del pubblico su un assetto sociale che uccide il Pianeta e sualla politica mediocre e fuori dal nostro tempo, che sopra ho appena richiamato. Sono altri che dovrebbero finire sotto processo.
QUANDO LA REALTA’ ( della politica e dei media ) SUPERA L’IMMAGINAZIONE DELLO SCHIFO POSSIBILE. Nella legge di bilancio dello Stato, approvata con il meccanismo della fiducia e della ghigliottina (cioè impedendo ogni dibattito di merito nel parlamento), è stato inserito un emendamento presentato dal fratello d’Italia Tommaso Foti a cui va tutto il mio disprezzo politico. E’ STATA INTRODOTTA LA POSSIBILITA’ DI SPARARE ALLA FAUNA SELVATICA ”ANCHE NELLE AREE PROTETTE E NELLE AREE URBANE, NELLE ZONE VIETATE ALLA CACCIA, NEI PERIODI DI SILENZIO VENATORIO E NEI PERIODO DI DIVIETO”. Come hanno fatto a superare tutta la legislazione esistente, italiana, europea, e i trattati internazionali sul merito? Si sono inventati che sparare agli animali non sarebbe considerata “caccia”, quindi attività venatoria, ma “gestione e contenimento” della fauna selvatica. La notizia è stata riportata dalla maggior parte degli organi d’informazione, sempre più stampelle del regime (quale esso sia, purchè suscettibile a gratificanti leccate specialistiche in posizioni retro-mediane) come misura di contenimento della proliferazione dei cinghiali. Parlare di cinghiali è utile a creare un alone di comprensione se non di consenso su questa legge, tra la pubblica opinione opportunamente mal informata e manipolata. In realtà la legge non parla di cinghiali, come hanno voluto farci credere, bensì di FAUNA SELVATICA. Include quindi tutto: mammiferi e uccelli : inclusi tassi, volpi, cervi, camosci, daini, scoiattoli, ghiandaie, picchi, aironi….. Il ministro Lollobrigida, correligionario del Foti, ne ha subito indicato l’applicazione verso “l’eccessiva proliferazione dei lupi (avete letto bene: vuole che si spari ai lupi, fauna protetta!) e dei cinghiali”. ( i lupi sono oggi la maggior garanzia di contenimento dei cinghiali e i cacciatori li ritengono concorrenti!!) La legge include tra le motivazioni degli abbattimenti persino la sicurezza stradale: questo significa che quando in inverno viene sparso il sale sulle strade, e questo attira gli ungulati come una calamita attrae il ferro, gli eroici cacciatori (pardon,… contenitori) potranno sparare a cervi, daini, ecc., prima che possano raggiungere un asse viario. Poi dicono che in Italia non si fa prevenzione! E dicono che non è attività venatoria, bensì per supremo altruistico volontariato, generosamente erogato, per i seguenti scopi: (testo tra virgolette copiato dalle legge->) “ la tutela della biodiversità, per la migliore gestione del patrimonio zootecnico, per la tutela del suolo, per motivi sanitari, per la selezione biologica, per la tutela del patrimonio storico-artistico, per la tutela delle produzioni zoo-agro-forestali, per la tutela della pubblica incolumità e della sicurezza stradale”. L'impudenza qui è alle stelle. E’ un attacco senza precedenti contro mondo animale visto ad oggi neppure tra i fascisti (Mussolini accettò di firmare la proposta d’istituzione del Parco Nazionale d’Abruzzo, come suo primo provvedimento a capo del governo nel 1923…..ma questo la Meloni evidentemente non lo sa). Oggi è un attacco alla Costituzione repubblicana che, sempre più trattata come ignorato e deriso esercizio letterario, ha aggiunto all’art. 9, recentemente, “la tutela degli ecosistemi, dell’ambiente, della biodiversità…e degli animali”. Allora dico: Caro Presidente Mattarella, nel discorso di fine anno Lei ha esordito dicendo che la Costituzione è un faro per tutti e anche per Lei. Direi soprattutto per Lei che ne è custode e garante. Perché non esercita la Sua funzione di garante rigettando al mittente leggi palesemente in-costituzionali??? Perché firma sempre e comunque??
Morale: è diventato pericoloso portate i bambini nei parchi urbani, potrebbero venire scambiati per altro e abbattuti. E’ ancora più pericoloso andare nelle aree naturali protette: lì si sparerà alla grande e potresti mettere a rischio te e i tuoi cari. PER QUANTO MI RIGUARDA AVVIERO’ OGNI POSSIBILE CONTRASTO POLITICO, GIUDIZIARIO, ETICO, MORALE A QUESTA LEGGE ANACRONISTICA, VOLGARE, VERGOGNOSA, IMPUDENTE.
p.s. I cinghialoni attuali, tanto oggetto di reportage, sono stati immessi dalle associazioni dei cacciatori negli anni '70, per poter sparare a prede più grosse. Non c'erano mai stati prima nel nostro ambiente. Oggi i danni dovrebbero essere pagati dai responsabili di quelle immissioni ...invece che si fa? Li si premia!!!!!!! derogando all'intero ordinamento.
TEMPI STORICI, TEMPI BIOLOGICI E…TEMPI INSOSTENIBILI DELLA POLITICA.
Sono tempi assai diversi FRA LORO: se non si tiene conto dei tempi biologici , di quelli della natura e delle specie, anche le migliori intenzioni della politica finiscono per diventare fallimenti, se non apportatori di nocività. Così sta accadendo.
I FATTI: il PNRR riserva 330 milioni di € per mettere a dimora 6,6 milioni di alberelli in 14 città metropolitane. Di primo acchitto viene in mente : BENE, FINALMENTE. Ma l’operazione va fatta in tre fasi. La prima richiede che ne vengano piantate 1.600.000 ENTRO E NON OLTRE IL CORRENTE 2022. Lo stesso quantitativo va messo a dimora entro il 2023 e il resto nel 2024. Le motivazioni sono giuste: “combattere la crisi climatica, ridurre l’inquinamento atmosferico, promozione della biodiversità”. Sono stati emanati anche “criteri per la creazione di boschi” nelle città. MA I TEMPI STRETTISSIMI POSTI DALLA POLITICA SONO ASSOLUTAMENTE INCOMPATIBILI CON LE FINALITA’ DELL’INTERA OPERAZIONE. Piccolo dettaglio: NON CI SONO LE PIANTE, e meno ancora quelle “GIUSTE”:. Le piante disponibili nei nostri vivai non sono sufficienti nemmeno per il primo anno! Allora, nella fretta di spendere, pena revoca dei finanziamenti, le città metropolitane dovranno (hanno già iniziato) per forza di cose importare pianticelle da luoghi lontani, probabilmente anche da continenti lontani. Ecotipi provenienti da climi assai diversi, adattati a condizioni climatiche diverse, a suoli ed ecosistemi assai diversi da quelli di destinazione, hanno notoriamente minori possibilità di successo: sono esposti ad attacchi di parassiti, a regimi meteorologici a cui non sono abituati a resistere, spesso più che vivere sopravvivono. E se le varietà delle specie introdotte (es. com’è avvenuto per i pioppi neri canadesi) si ibridano con quelle nostrane, introducono debolezza generalizzata. Spesso con le importazioni selvagge incameriamo anche parassiti come il punteruolo rosso che ha ammazzato le palme in tutta l’Italia in pochissimi anni, e molti sono gli altri esempi, purtroppo, di parassitosi e malattie batteriche, fungine importate, sfuggite ai controlli.
La difesa della biodiversità riguarda anche i “genotipi ecotipici”, vale a dire le varietà delle specie che localmente sono passate al vaglio di millenni di selezione naturale e per questo sono le più resistenti, le più adatte ai climi e alle condizioni ove si sono evolute sopravvivendo. La selezione effettuata, invece, con criteri commerciali, estranei alla natura, non garantisce la difesa effettiva della biodiversità, se non in casi veramente assai sporadici. CHE FARE? Occorre individuare le specie locali, che “parlano la lingua locale”, selezionate da innumerevoli generazioni alle condizioni locali, che hanno nel DNA la risposta a tutte le potenziali criticità locali. Per questo occorre PROMUOVERE UN VIVAISMO IMPRONTATO A CRITERI ECOLOGICI E NON MERAMENTE COMMERCIALI. Sarebbe cosa buona e giusta attivare i vivai abbandonati dell’ex Corpo Forestale dello Stato (sciolto quando più ce n'era bisogno) e quelli comunali. Varare linee guida per la propagazione della flora “giusta” e con criteri giusti e quanto altro necessario.
Insomma una cosa così, necessaria e nobile, richiede tempi più lunghi, continuità di azione nel tempo, programmazione, scienza, da dispiegare su scala di decenni a partire da subito ( dovevamo farlo da ieri) e non un fuoco di paglia con esiti mediocri se va bene, fallimentari se va come penso. Le plantule messe a dimora inoltre vanno assistite almeno per i primi 3 – 5 anni. Cose di questa entità e importanza non possono né devono essere sparate in maniera bruciante. Stiamo combinando guai: un po di ecologia ci vuole. E' lo stesso errore insito nel superbonus 110%: lo spirito era e rimane giusto ma i tempi brucianti hanno indotto inflazione e carenza di materie prime. Infatti i prezzi delle piantine già stanno lievitando.... Restaurare l'ambiente vegetale è ricorstruire la "coscienza del luogo", il paesaggio, la bellezza, i servizi ecosistemici, identità.
È stato commesso un autentico delitto con l'eliminazione della Forestale: perduti praticamente 200 anni di esperienza, di presidio del territorio, di iniziative di forestazione (che non si fanno più)...di grandissima capacità, esperienza e intervento precoce di prevenzione e lotta agli incendi boschivi. E l'atteso "risparmio" economico è di assoluta irrilevanza, praticamente inesistente.